26.4.12

Superbia spagnola

Mourinho e Guardiola a testa bassa dopo l'eliminazione
In questa edizione della Champions League abbiamo assistito a diverse sorprese, ma quella che di più ci ha confermato che il calcio è strano l'abbiamo vissuta durante le semifinali: le due squadre favorite per la conquista della coppa, le spagnole Barcellona e Real Madrid, sono state eliminate da avversarie comunque di notevole livello ma sicuramente inferiori, come Chelsea e Bayern Monaco. Siamo stati i primi, una volta che le semifinali erano accordate, a dire che la finale sarebbe stata sicuramente tra Barça e Real, le due formazioni più forti al mondo attualmente: sarebbe stato l'ennesimo "Clasico" di Spagna.
Ed invece le nostre aspettative si sono ristrette già dall'andata, quando il Barcellona è crollato a Stamford Bridge ed il Real ha perso al 90' all'Allianz Arena, campo stregato per i madrileni in tutta la loro storia. Allora la maggior parte di noi ha pensato che al ritorno la forza delle due strapotenze calcistiche di fronte ai propri pubblichi di Camp Nou e Santiago Bernabeu avrebbe fatto la differenza: inspiegabilmente sulla carta ed incredibilmente così non è stato. A Londra il Barça si è squagliato come pioggia al sole al gol di Didier Drogba, nonostante le numerose palle-gol sciupate: numerose le parate di Cech e gli errori sotto-porta dei blaugrana, oltre alla traversa di Sanchez ed il salvataggio sulla linea di Ashley Cole su Fabregas. La palla-gol più clamorosa è però capitata nel recupero del secondo tempo, quando Pedro ha colpito il palo e sulla respinta Sergio Busquets ha mandato alle stelle da due passi. Al ritorno la squadra di Josep Guardiola sembrava in grado di poter ribaltare la situazione, e dopo varie opportunità sprecate da Messi in particolare il gol è arrivato proprio con Busquets, che si è riscattato della rete fallita in Inghilterra. Dopo l'espulsione di John Terry il Barça ha raddoppiato e ha messo in cassaforte la partita con Iniesta. Con il 2-0 e l'uomo in più i catalani si sono adagiati sugli allori facendosi trovare scoperti all'ultimo istante del primo tempo, quando Ramires ha accorciato le distanze con un morbido e delizioso pallonetto. Nella ripresa il catenaccio-Blues continua con il Barcellona che sbaglia un calcio di rigore con Messi, palla sulla traversa, e nel finale prende l'ennesimo palo ancora con La Pulce. Dopo il solito maxi-Cech, come se non bastasse, è arrivato nel recupero il pari Chelsea, 2-2 con la realizzazione del Nino, Fernando Torres, la bestia nera dei Campioni d'Europa. Passa dunque il Chelsea: il Barcellona ha forse avuto un po' di superbia o superficialità nell'affrontare il doppio incontro, sicuro che prima o poi la differenza tecnica avrebbe deciso il risultato? Probabilmente sì. Con un Messi impalpabile in zona gol nei 180 minuti, il Barça ha fatto i conti con uno straordinario Peter Cech, che ha negato tanti gol alla formazione di Guardiola (sia a Stamford Bridge sia al Camp Nou) ed anche con i moltissimi errori dei centravanti. Cole ha salvato sulla linea ben due reti, una per partita, mentre il Barcellona, più che di centri, ha fatto la collezione di legni: traversa di Alexis Sanchez su pallonetto e palo di Pedro su tiro a giro in trasferta, traversa di Messi su rigore e palo dell'argentino da fuori area in casa. Dall'altra parte il catenaccio della squadra di Di Matteo è stato la mossa azzeccata: indubbiamente meritavano l'eliminazione i Blues, ma nel calcio ci vuole anche la fortuna, che ha aiutato il Chelsea, capace di chiudersi, non subire tanti gol anche in 10 (più per demerito avversario che per proprio merito) e ripartire segnando 3 reti tutte nei recuperi. Proprio così, il sigillo di Drogba all'andata è arrivato al secondo minuto di recupero del primo tempo, al ritorno Ramires ha fatto gol al primo di recupero del primo tempo e Torres ha siglato il pari al 92', nella ripresa. Possiamo dire che questo è l'emblema del doppio scontro vinto inaspettatamente ed immeritatamente dal Chelsea. E' invece diversa la storia tra Real Madrid e Bayern Monaco, anche se alla fine la morale è la stessa: anche qui la spagnola favorita, il Real, si è rilassata troppo ed è stata eliminata. Eppure, a differenza di prima, qui il doppio incontro è stato pressoché equilibrato: 2-1 del Bayern all'andata, con i bavaresi capaci di segnare prima con Ribery e di realizzare la rete decisiva al 90' scoccato con Mario Gomez, dopo il momentaneo pari di Mesut Ozil. Al ritorno sembrava subito che gli uomini di Mou fossero destinati alla finale: neanche un quarto d'ora e la doppietta di Ronaldo (primo centro su penalty) aveva spianato la strada ai blancos. Alla mezz'ora un altro tiro dal dischetto, quello di Arjen Robben, stabilizza il risultato sul 2-1: nonostante il ritmo infernale della partita del Bernabeu e le numerose occasioni da una parte e dall'altra, si rimane così fino al 90'. Supplementari, è spettacolo puro a Madrid. Nemmeno gli extra-time danno un vincitore, il verdetto finale lo daranno i calci di rigore: la lotteria, dice qualcuno. Ed ecco il Bernabeu gelato già dopo la seconda serie, con due errori delle Merengues con parate di Neuer e le trasformazioni perfette del Bayern dall'altra parte. Dopo l'errore di Toni Kroos (che poteva infliggere il colpo del k.o.) ed il rigore ben battuto da Xabi Alonso, Iker Casillas si è superato ancora ed ha fornito alla propria squadra la possibilità insperata di pareggiare i conti alla quarta serie: Sergio Ramos, però, si è reso protagonista dello sbaglio decisivo regalando il pallone alla tribuna. C'è quindi la firma di Bastian Schweinsteiger sul passaggio del Bayern in finale, passa la squadra di Heynckes.
Ed ecco qui, suicidio spagnolo, entrambe le squadre avevano la partita in pugno per poi buttarsi via con facilità imperdonabile e fatale. La finale della UEFA Champions League 2011/2012 sarà tra Bayern e Chelsea, una finale completamente inversa alle aspettative.

Nessun commento:

Posta un commento