23.4.12

Caos e shock a Genova

Il primo fumogeno che avvia la rivolta degli ultras





Tutti in campo, il gioco è fermo
In programma per la 34a giornata di Serie A c'era anche la partita di Marassi, Genoa-Siena, uno scontro salvezza inaspettato: i rossoblu stanno al quart'ultimo posto, zona pericolosissima, inaspettatamente. Ed ecco ciò che sconvolge questa giornata calcistica: il Siena, dopo circa 10 minuti del secondo tempo, è sul risultato clamoroso di 0-4. Quando poi l'allenatore Malesani decide di inserire un altro difensore togliendo un attaccante si scatena l'inferno.
Un primo fumogeno cade dagli spalti dei tifosi genoani, che iniziano la rivolta: impediscono lo svolgersi della partita e prendono "in ostaggio" l'intero stadio di Marassi. Usciti i giocatori del Siena, gli ultras non vogliono far uscire i giocatori. Ci sono delle scene abbastanza forti, tutti sono in campo cercando di placare gli animi. Giandomenico Mesto addirittura non riesce a smettere di piangere e viene consolato dai compagni, altri cercano di creare un compromesso con il pubblico ingestibile. Gli ultras chiamano quindi il capitano rossoblu Marco Rossi. Gli chiedono (o meglio ORDINANO) di togliersi la maglietta e farla togliere a tutti gli altri calciatori del Genoa, perché secondo loro indegni di poterla indossare. Rossi si toglie la maglia e propone agli altri di seguire il suo gesto: l'unico che non si arrende è Giuseppe Sculli, che rimane con l'indumento e cerca di arrampicarsi sulla rete per parlare con i tifosi. Alla fine il match riprende dopo 45 interminabili minuti, il Siena torna in campo e si riparte dal 53'. In un clima surreale l'incontro termina 1-4, autogol di Del Grosso. Vi lasciamo alle immagini, che parlano chiaro.
Preziosi in campo, Biondini si
è tolto la maglia
Marco Rossi raccoglie le maglie dei compagni











Uno dei momenti in cui Sculli parla
con i tifosi genoani

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