16.5.12

Un applauso lungo 20 minuti

Questa Domenica si è giocata Juventus-Atalanta, gara valida per l'ultima giornata del campionato di Serie A 2011/2012, che vedeva affrontarsi i Campioni d'Italia freschi del trionfo una settimana prima ed i bergamaschi che tanto bene hanno fatto durante questa stagione. L'incontro è terminato 3-1 per i bianconeri di Antonio Conte, ed era una partita che seppur di poco conto a livello di classifica e punti è entrato nella storia della Vecchia Signora e del calcio intero.

Juventus-Atalanta ha significato la fine di un'era calcistica, l'era di Alessandro Del Piero, capitano, recordman, giocatore ma soprattutto uomo più significativo della storia bianconera. Del capitano Alex si sapeva l'addio da Ottobre 2011, annunciato da Andrea Agnelli: il fatto aveva suscitato nei seguaci juventini stupore e tristezza all'idea di perdere una volta per tutte il loro idolo di sempre. Col il passare dei mesi tante volte si è tornati sul discorso, sulla possibile firma in extremis di Del Piero, ma alla fine le smentite hanno chiarito definitivamente la situazione, nonostante i tifosi continuino in manifestazioni (in particolare cartelloni) per la permanenza del capitano. Si è arrivati al fischi d'inizio di Juve-Atalanta che tutti sapevano che quella sarebbe stata l'ultima partita di Del Piero a Torino, l'ultima di Del Piero in Serie A, l'ultima di fronte al proprio pubblico dello Juventus Stadium. Nei 90 minuti abbiamo assistito non solo alla gioia di Luca Marrone (suo l'1-0 che è il primo gol in Serie A e con la Juve), a quella di Andrea Barzagli (suo il rigore del 3-1, "chiamato" dallo stadio che voleva come battitore lui, appunto al primo gol in bianconero) ed al primo autogol di stagione contro la Juve (quello di Lichtsteiner per il momentaneo 2-1), ma anche all'addio di Del Piero ai tifosi, commovente, felice e triste allo stesso tempo. Dal piazzato dopo circa 20 minuti, da fuori area, nell'angolino (2-0), con il quale Del Piero si è congedato dallo Stadium, all'applauso lungo 20 minuti, a partire dal 10' circa della ripresa al 30' quasi. Per chi sa cosa è un applauso, che di norma dura 20-30 secondi quando è lungo, 20 minuti sono un'eternità, un'infinità. Eppure quando Conte ha chiamato il cambio a Del Piero, lì gli applausi sono cominciati e non sono finiti per un bel po'. Quando abbiamo visto comparire il numero 10 in rosso sul tabellone, Del Piero ha cominciato con grande calma a stringere la mano a tutti, compagni e non, pure l'arbitro, prendendosi i plausi scroscianti dello Stadium. Poi ha varcato la linea di campo, si è avviato lentamente alle panchine mentre il battito di mani continuava senza tregua, ha salutato mestamente anche tutti i compagni in panca. Sugli spalti la maggior parte dei tifosi canta "C'è solo un capitano, c'è solo un capitanoooo...." senza fermarsi, mentre amare lacrime solcano il viso e l'applauso continua. Lo scudetto è ormai cucito sulle maglie di tutto il popolo juventino, ma nessuno riesce a sorridere: solo lacrime, ma nel frattempo canti ad inneggiare la storia, personificata durante gli ultimi 19 anni da Alex Del Piero. Che intanto si leva in piedi, alza le mani in segno di saluto e non ce la fa a risedersi: viene quindi chiamato sotto la curva, e Del Piero, senza pensarci, scende le scale delle panchine (che allo Stadium sono al livello degli spettatori nelle prime file) e si avvia in un lento giro di campo. La partita prosegue, ma ormai tutti hanno lo sguardo rivolto verso quell'omino che passeggia, arriva sotto la curva, prendendosi applausi, cori e una miriade di sciarpe lanciate dai tifosi, poi prosegue fino ad arrivare sotto l'altra curva, dove il copione non cambia. E se prima Del Piero aveva resistito, ora gli occhi sono inevitabilmente lucidi, il viso quasi provato dalla commozione e qualche lieve lacrima comincia a scendere. Dopo la fine della partita, c'è la premiazione: tutti entrano in campo percorrendo un tappeto rosso, salgono sul palco montato, ricevono la medaglia e si appostano in attesa. L'ultimo ad entrare, dopo di tutti, è naturalmente Del Piero. Un boato di pochi eguali si abbatte sullo Juventus Stadium, mentre il capitano si avvia lentamente al palco dove gli aspetta la coppa, godendosi il calore del pubblico ma allo stesso tempo con un alone di tristezza. Quando poi arriva il momento di baciare ed alzare la coppa al cielo, Alex si lascia strappare un sorriso ed un urlo di gioia: chissà se sarà l'ultimo con la Juve, perché Domenica prossima c'è la finale di Coppa Italia a Roma contro il Napoli, e quella sarà l'ultima partita di sempre in bianconero per lui. Intanto, in attesa, rimane impressa nella mente di tutti quella linguaccia dopo il 2-0, sfoderata decine di volte, ma che nessuno spera di non rivedere più.

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