7.7.11

Calciopoli 2: LA RELAZIONE DI PALAZZI

Si aprono nuovi scenari relativamente allo Scudetto del 2006 che le vicende di Calciopoli hanno visto revocare alla Juventus per poi essere assegnato all'Inter del presidente Massimo Moratti.
Dopo che il procuratore federale Stefano Palazzi la scorsa settimana ha disposto l'archiviazione degli illeciti sportivi per prescrizione, senza però disporre l'archiviazione della questione relativa all'assegnazione dello scudetto, oggi sono arrivate, riportate dall'Ansa, le sue opinioni su quanto emerso successivamente nel processo di Napoli denominato Calciopoli-2, contenute nella relazione consegnata al presidente della FIGC Giancarlo Abete.
Nella sua relazione Palazzi parla soprattutto della società nerazzurra, evidenziando il ruolo centrale del defunto presidente Giacinto Facchetti, protagonista in molte telefonate tirate in ballo nel processo di Napoli. L'aggravamento della posizione dell'Inter è dovuta, evidenzia Palazzi, al fatto che le telefonata di Facchetticon Bergamo e Pairetto avvenivano sempre in concomitanza delle gare dell'Inter e riguardavano i soggetti coinvolti in quelle partite.
Nello specifico, per Facchetti il procuratore parla di responsabilità "diretta ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparizalità e indipendenza in violazione del pre vigente articolo 6 del codice di giustizia in vigore all'epoca e oggi sostituito dall'articolo 9. Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta della società".
La posizione del presidente Moratti invece è quella configurata dall'art. 1: "Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore. (...) Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell'art. 1 CGS vigente all'epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati".
Non viene risparmiato neanche il Milan, in particolar modo Leonardo Meani. Secondo Palazzi le condotte del rappresentante dei rossoneri configuravano sicuramente un illecito sportivo. Successivamente la posizione della società rossonera è stata leggermente ridimensionata, riducendosi ad una pena di solo 8 punti di penalizzazione in classifica nel campionato successivo (con lui fu condannato anche il presidente Foti della Reggina; in entrambi i casi non si può trattare di prescrizione in quanto sono stati già sottoposti a giudizio e relativa pena).
In definitiva, considerando le posizioni dei soggetti presi in considerazione, Palazzi avrebbe assolto Zamparini del Palermo e Zanzi dell'Atalanta. Avrebbe invece condannato ai sensi dell'art. 1 del codice di giustizia sportiva che parla di lealtà sportiva anche Cellino (Cagliari), Campedelli (Chievo); Foschi (Palermo), Gasparin (Vicenza), Governato (Brescia), Corsi (Empoli), Spalletti (allenatore Udinese). Colpevole di illecito insieme alla società nerazzurra sarebbe stato anche il presidente del Livorno Spinelli.
Vedremo adesso come, alla luce di queste considerazioni, si comporterà il Consiglio federalenelle prossime riunioni del 5 e - soprattutto - del 18 luglio. Sarà la Federcalcio ad esprimersi in termini definitivi sulla sorte dello Scudetto del 2006. La relazione di Palazzi, piuttosto dura nei confronti dell'Inter, potrebbe produrre una nuova, clamorosa pagina nell'ambito dello scandalo più grande che la storia del calcio italiano abbia mai conosciuto. E che giustizia venga fatta...

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