27.7.11

Copa América... FINE!

Si è da pochi giorni conclusa la competizione estiva prima dell'inizio dei campionati europei: la Copa América 2011 in Argentina. Siamo qui per riassumere passo passo tutte le emozioni vissute durante questi venti giorni pressappoco, dal primo al 24 Luglio. Come saprete, le squadre partecipanti erano in totale 12: 10 di queste hanno sempre diritto alla partecipazione, perché appartenenti alla CONMEBOL. Sono Argentina (dove si svolge il torneo), Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela. Le altre due squadre sono delle "invitate", cioè Messico e Giappone. Purtroppo, però, la nazionale nipponica si è ritirata a causa del terremoto in patria, che aveva provocato il rinvio del campionato locale, che si accavallava quindi con gli impegni in Sudamerica. Scelta come sostituta la Costa Rica, che insieme al Messico, ha partecipato alla competizione con giocatori under 23. Nelle urne del sorteggio c'erano le teste di serie (Brasile, Argentina ed Uruguay), separate dalle altre per far sì che non si scontrassero delle big già nella fase a gironi. Alla fine, i tre Gruppi (denominati A, B e C), erano i seguenti: nel primo Argentina, Bolivia, Costa Rica e Colombia. Nel secondo Brasile, Ecuador, Paraguay e Venezuela. Nell'ultimo e terzo Girone si sfideranno Cile, Uruguay, Messico e Perù. Passano ai Quarti di Finale le prime due di ogni girone e le due migliori terze. Poi si prosegue con delle gare ad eliminazione diretta con partita di sola andata, ed in caso di parità si procede prima ai supplementari, poi ai calci di rigore.
  • Il cammino dell'ARGENTINA. Era la Copa degli albicelesti, già padroni di questo titolo 14 volte (assieme all'Uruguay), ed oltretutto padroni di casa. Ma la squadra di Batista conferma gli elevati problemi difensivi, e soprattutto la difficoltà di incidere lì davanti, con uno spento Messi ed un solo Aguero a far la differenza. Nella prima del Girone l'Argentina aspettava una vittoria quasi scontata contro la Bolivia. Ma il gol di Edivaldo ad inizio ripresa condiziona tutto: colpo di tacco con papera difensiva di Banega, sulla linea di porta. L'unico a non arrendersi è proprio il Kun, che appena entrato da una grande spinta e trova l'eurogol del pari, che consegna il punto agli argentini. Contro la Colombia il ct conferma il tridente che aveva deluso (lasciando ancora fuori Aguero, in panchina), ed i risultati non cambiano. Lo 0-0 va più che bene ai padroni di casa, che l'hanno passata liscia un sacco di volte, rischiando anche di perdere. Ma è all'ultima giornata che si sveglia l'Argentina, contro la Costa Rica. Finalmente titolare il centravanti dell'Atletico, che fa subito la differenza: doppietta tra il primo ed il secondo tempo, con dominio assoluto albiceleste ed un Messi in grande spolvero. Arriva anche la firma di Di Maria, per la rete del definitivo 3-0. Ai quarti c'è l'Uruguay. Subito una big, che tra l'altro inizia malissimo, con il vantaggio uruguaiano segnato da Perez, che poco dopo lascia la propria rappresentativa in 10 uomini. Prima di ciò, però, la risposta è affidata ad Higuain, che do testa pareggia. Non c'è più verso, nel finale anche Argentina in 10 (espulso Mascherano), si va ai supplementari e poi ai rigori, dove trionfa la formazione di Tabarez: decisivo l'errore di Tevez. Finisce qui il cammino argentino in Copa América.
  • Il cammino della BOLIVIA. Una squadra sicuramente non ambiziosa, che spererebbe già qualcosa con il passaggio del turno. Ma tutto è possibile, si sa, nel calcio. Soprattutto quando all'esordio pareggi 1-1 con i padroni di casa (e favoriti) dell'Argentina. La fortuna del principiante, si direbbe. Infatti, perché arriva poi la decaduta. Bolivia-Costa Rica finisce male per i boliviani, nettamente favoriti. Tutto nella ripresa, con i gol di Martinez e Campbell, giovane scoperto di grande talento. Poi, nell'ultima gara, sconfitta ancora una volta per 2-0 contro la Colombia, decide la doppietta di Falcao. Addirittura quarta con un solo punto la Bolivia, che dopo l'inizio sprint, cade nel nero più assoluto e viene eliminata come quarta del Gruppo A.
  • Il cammino del BRASILE. Insieme all'Argentina una delle pretendenti maggiori al titolo. Ma anche qui non inizia benissimo. Contro il Venezuela, non brilla l'attacco stellare, composto da Pato, Robinho e Neymar, mentre a centrocampo non si gira bene, con un Ganso molto spento. Inevitabile l'inaspettato 0-0. Il tentativo di riscatto arriva con il Paraguay, infatti i verdeoro passano in vantaggio con il gol di Jadson. Ma nel secondo tempo due ingenuità difensive dei brasiliani (clamorose, tra l'altro) permettono all'Albirroja di ribaltare il risultato: prima Roque Santa Cruz, poi a segno Valdez. Quando tutto sembrava finito, ecco il lampo. Al 90' appena scoccato Fred, punta subentrata dalla panchina, si inventa una gran girata col destro che si va ad infilare nell'angolino; finisce 2-2 la partita. Ma i destini di Argentina e Brasile sono paralleli, destinati. Perché anche questi ultimi accellerano e si dimostrano all'altezza proprio nell'ultimo test del Girone. Contro l'Ecuador, arriva infatti un trionfo per 4-2. Prima gol di Pato, che si sblocca, pareggio di Caicedo con paperaccia di Julio Cesar. Nel secondo tempo torna al gol in nazionale anche Neymar (con Ganso che continua a sfornare assist), ma un'altra indecisione di Julio Cesar permette a Caicedo di siglare la doppietta personale. Alla fine, orgoglio della squadra di Menezes che trova il 3-2 con Pato, ed il definitivo raddoppio con Neymar, ancora. Il Brasile passa come prima del suo Girone. Incontra nei quarti il Paraguay, una replica della seconda sfida del Gruppo B. E quando dicevamo dei destini paralleli, era proprio così. I verdeoro si esibiscono in una prova offensiva mostruosa, con un assedio portato sempre nell'area avversaria, dal primo al 90'. Ma niente da fare. I paraguaiani si stringono in un catenaccio impenetrabile, arrivano ai supplementari sullo 0-0, senza aver costruito una sola azione d'attacco. Mentre dall'altra parte Pato & compagnia si divorano gol su gol. Alla fine rigori. Il Brasile ne sbaglia 4 su 4, e regala di fatto la semifinale all'Albirroja. Incredibile beffa, un'altra big eliminata ai quarti.
  • Il cammino del CILE. Non considerata come una testa di serie, è comunque una delle migliori pretendenti al titolo. La nazionale cilena si è molto rafforzata, e cerca la prima Copa América della sua storia. Lo dimostra già alla prima, contro il giovane Messico. Dopo aver sempre attaccato, la Roja si ritrova sotto con la rete di testa di Araujo. Ma nel secondo tempo arriva il meritato 1-1 di Paredes, e poi il vantaggio siglato da Vidal. Rimonta in poco meno di 10 minuti. Vince il Cile, 2-1. La seconda sfida è con l'Uruguay, probabilmente la partita più promettente di spettacolo della fase a gironi della Copa. Un pareggio modesto invece, per 1-1; prima aveva segnato l'1-0 Alvaro Pereira per la Celeste, ma il pareggio cileno è arrivato con la magia di punta del Nino Maravilla, Alexis Sanchez. Nell'ultimo match del Girone C la Roja affronta il Perù. Partita molto combattuta questa, ma alla fine è il Cile a portarsi a casa i 3 punti, e concludere come prima: decide un'autorete nel recupero. Ai quarti capita il Venezuela. Inaspettatamente, la Vinotinto passa in vantaggio grazie allo stacco di Vizcarrondo. Poi, a 20 dalla fine, pareggia Suazo, con una traversa gol. Ma, poco dopo, il tap-in da pochi metri di Cichero regala ai venezuelani la loro prima semifinale in una Copa América. Eliminato anche il Cile, dunque.
  • Il cammino della COLOMBIA. Anche qui parliamo di una buona squadra. Forse la migliore della fase a gironi. E sì, perché mentre le altre entravano in crisi, i colombiani concludevano con 7 punti su 9 alla prima posizione del Gruppo A. Un inizio modesto contro la Costa Rica, ma comunque vittoria meritata per 1-0 con il gol di Ramos. Poi l'Argentina, contro la quale arriva uno 0-0 davvero rimpianto, visto che la Colombia, nel corso della gara, si era vista sfuggire clamorose occasioni; da ricordare quella di Marcelo Moreno, che praticamente a porta vuota aveva mandato il pallone fuori, graziando gli albicelesti. La conferma contro la pessima Bolivia, con vittoria grazie alla rete di Falcao al quarto d'ora, e poi il raddoppio su rigore proprio dello stesso centravanti del Porto al 28'. E via, si vola ai quarti contro il Perù. Nel complesso la nazionale colombiana gioca bene, ma non si può assolutamente parlare di dominio, dato che anche i peruviani dimostrano ampie capacità. Sicuramente la fortuna non li premia: un rigore sbagliato da Falcao e due legni colpiti durante il secondo tempo evitano l'1-0, perciò si va ai supplementari. Ed è qui che arriva l'esplosione Perù. Il super gol di Lobaton a poco dalla fine del primo supplementare permette alla rappresentativa peruviana di passare in vantaggio, poi, nel secondo, un erroraccio del portiere regala palla a Guerrero, che se ne va e la mette per Vargas, che scarica una cannonata sotto l'incrocio dei pali di mancino. Finisce 0-2, fuori la Colombia, avanti il Perù.
  • Il cammino della COSTA RICA. Nel complesso una delle sfavorite, sia per il livello calcistico della squadra, sia perché giochi con nazionali sotto i 23 anni. Ma la Costa Rica si può vantare di averci provato. Alla prima partita arriva una sconfitta, quasi inevitabile, contro la Colombia (come raccontato sopra). Il riscatto non si fa però attendere, contro la Bolivia: vittoria strameritata per 2-0, con i gol nella ripresa di Martinez e J. Campbell, un piccolo talentino dalle grandi qualità, scoperto proprio durante la competizione. La Costa Rica aveva addirittura sfiorato la goleada, con i due legni colpiti su calcio di punizione e le tante palle-gol sciupate. A questo punto la classifica del Gruppo A ci proponeva una grande sorpresa: dietro la Colombia in testa a 4, sostava la stessa nazionale costaricense, a 3, davanti all'Argentina di Batista ferma a 2 (e la Bolivia a 1). Ma ad interrompere il grande sogno ci aveva pensato proprio la rappresentativa di casa. Nello scontro valido per la qualificazione, non c'è stato scampo per la giovane nazionale; netta e pesante la sconfitta per 3-0, con doppietta dello straordinario Aguero e gol di Angel Di Maria. Ma non è ancora finita. I sostenitori più speranzosi pensano ancora ad un eventuale passaggio del turno come una delle due migliori terze. Ma, alla fine, non ci sarà spazio per la Costa Rica... che ritorna inevitabilmente a casa.
  • Il cammino dell'ECUADOR. Una nazionale non eccellente, l'Ecuador, capitata in un girone non facilissimo (con Brasile, Paraguay e Venezuela), in cui si trovava da sfavorita. All'esordio con i paraguaiani si riscopre un grandissimo portiere, Elizaga, che salva non una sola volta la nazionale ecuadoregna dallo svantaggio. Finisce 0-0. Seconda partita contro il Venezuela; il primo passo falso è questo, sconfitta per 0-1 grazie al gol di Cesar Gonzalez. In una situazione davvero molto complicata, l'Ecuador deve convincere e vincere contro il Brasile di Menezes, per avere qualche speranza. Ma i pronostici sono tutti contro l'impresa, ed infatti... Grande prestazione verdeoro, con successiva sconfitta (4-2) ed eliminazione per la rappresentativa ecuadoregna, che è comunque riuscita a segnare due gol al Brasile ed in questa Copa América. Doppietta, infatti, di Caicedo, che aveva fissato il risultato sul 2-2: prima il centravanti aveva pareggiato la rete di Pato, poi aveva siglato il secondo gol personale dopo il 2-1 firmato da Neymar; in entrambe le reti complici le papere di Julio Cesar, peggiore in campo. Alla fine la grandezza offensiva brasiliana ha spazzato via i tentativi dell'Ecuador, con i gol ancora di Pato e Neymar. Termina qui e subito l'avventura sudamericana dell'Ecuador, in ultima posizione del Girone B ad un punto.
  • Il cammino del MESSICO. Insieme alla Costa Rica la squadra giovane, under-23. Ma la nazionale messicana ha pagato caro questo fatto, forse poca organizzazione, o chissà cosa. Fatto sta che il Messico ha concluso la competizione come peggiore del torneo, totalizzando 0 punti in 3 partite, cioè 0 su 9. Tre sconfitte, una peggio dell'altra. Ma fa pensare il modo spavaldo con il quale aveva cominciato la giovane formazione. Contro il Cile, nazionale già ben affermata, era addirittura passato in vantaggio con lo stacco di Araujo. Ma a risvegliare i giocatori messicani dal dolce sogno ci avevano pensato Paredes (tocco di punta da pochi passi) e Vidal (colpo di testa sul secondo palo). Proprio il neo-acquisto della Juventus aveva segnato la vittoria cilena. Nel secondo test c'è il Perù. Bisogna dire che il Messico non è stato neanche aiutato dalla fortuna, anzi. Proprio a pochi minuti dalla fine il gol di Guerrero aveva gelato il portiere, regalando la vittoria ai peruviani. E poi, nell'ultima partita contro l'Uruguay, è arrivato l'ennesimo k.o. firmato da Alvaro Pereira, nel primo quarto d'ora di gara. 0 punti, non c'è stato molto da raccontare, ineccepibile l'eliminazione.
  • Il cammino del PARAGUAY. E forse l'avventura sudamericana più strana l'ha vissuta proprio il Paraguay. Prima tre pareggi nella fase a gironi: 0-0 iniziale contro l'Ecuador. Poi il Brasile: sotto per 1-0 con la rete dalla distanza di Jadson, ribaltata la situazione grazie a Santa Cruz e Nelson Valdez. Non è finita, perché proprio ad un minuto dal recupero arriva il 2-2 di Fred. Ultimo match giocato contro il Venezuela, finito 3-3. E se prima il Paraguay aveva subito una beffa, adesso ancor di più. Ancora sotto con il gran gol di Rondon, poco dopo il momentaneo 1-1 con Alcaraz, poi nella ripresa 2-1 e 3-1 rispettivamente firmati da Lucas Barrios e Riveros. Poi, quando la partita sembrava finita, è arrivato il 3-2 della Vinotinto: Miku, aiutato anche da una deviazione, al 90', e poi, in pieno recupero, la rete dell'incredibile pareggio venezuelano con Perozo di testa da pochi passi. Nonostante tutto l'Albirroja passa come seconda miglior terza. Ai quarti incontra nuovamente il Brasile. Gioca una gara senza senso, solo catenaccio, neanche una ripartenza offensiva o un'azione tentata. Più che altro fortuna, perché il Paraguay viene graziato innumerevoli volte da Neymar e Pato, colti da un'incredibile imprecisione di fronte alla porta. Si va ai supplementari, niente. Quindi rigori. I verdeoro ne errano 4 su 4, perciò al Paraguay ne bastano 2 per qualificarsi alle semifinali, dove incontra il Venezuela. Addirittura (come contro il Brasile) un'altra rivincita dopo l'incontro finito 3-3 della fase a gironi. Non c'è verso, la palla non vuole entrare, i paraguaiani si affidano alla stessa tattica difensiva, anche se questa volta provano almeno ad attaccare. Si va ai rigori dopo i supplementari, e trionfa ancora la squadra di Martino: in finale il Paraguay! Incredibile il cammino: 5 pareggi su 5 consentono all'Albirroja di giocarsi la finale con l'Uruguay. Ma come qualcuno direbbe, la fortuna non è sempre dalla tua. Ed è qui che il Paraguay subisce una batosta. Dopo il primo tempo sotto di due reti con i gol di Suarez e Forlan, la difesa paraguaiana ha anche ringraziato l'arbitro per aver negato un rigore più che solare agli avversari, e l'espulsione subito dopo 2 minuti di gioco per Ortigoza. Non c'è storia: solo Uruguay in campo, anche nella ripresa. Il Paraguay colpisce solo una traversa con Valdez, ma non basta. E nel finale, la ciliegina di Diego Forlan: si sblocca definitivamente il centravanti con la doppietta personale, e porta il definitivo sul 3-0. Delusione Paraguay.
  • Il cammino del PERU. Una delle nazionali sfavorite, che è invece una grande rivelazione. Prima partita con l'Uruguay, pareggio 1-1. Vantaggio di Guerrero, poi pareggio a fine primo tempo di Luis Suarez. Nella seconda gara arriva una vittoria di misura invece, contro il Messico, per 1-0. Decisivo il gol proprio del "Barbaro" Guerrero. Terza sfida ed ultima contro il Cile, quando la qualificazione era già agguantata. Si arriva al 90' sullo 0-0, ma in pieno recupero arriva il vantaggio avversario grazie ad uno sfortunato autogol. Poco male, il Perù passa ai quarti come miglior terza, nel Girone C. Incontra la Colombia. Dopo una partita combattuta da ambo le parti e piuttosto fortunata per i peruviani, si arriva ai supplementari. Da qui trionfa il Perù, grazie al gol da fuori area di Lobaton ed il decisivo raddoppio di Juan Manuel Vargas con un violento sinistro. In semifinale il Perù affronta ancora una volta l'Uruguay, come nel primo test del Gruppo C. In quella occasione avevano segnato Guerrero e Suarez, in questo contesto si ripete l'uruguaiano. Finisce 0-2 per l'Uruguay, grazie alla doppietta proprio di Luis Suarez nei primi minuti della ripresa: prima sulla ribattuta del tiro di Forlan, poi a porta vuota dopo aver scartato il portiere. Ma non finisce qui l'avventura del Perù in Copa América: c'è la finale per il terzo posto contro il Venezuela. A fine primo tempo arriva l'1-0 di Chiroque, nel secondo il raddoppio di Guerrero. Poi viene espulso Rincon per la Vinotinto, che si ritrova in 10 e sotto di due reti. Ma il Venezuela reagisce comunque nel finale ed accorcia le distanze con capitan Arango. Da questo momento sono solo i venezuelani avanti, a cercare un disperato 2-2. Ma è l'inverso, perché al 90' ancora Guerrero si inventa una giocata pazzesca e va a segnare il 3-1. Due minuti dopo, ancora El Barbaro in area dopo una percussione di Advincula, tiro e addirittuta rete del 4-1, tripletta dell'attaccante. La coppa di bronzo è tutta del Perù.
  • Il cammino dell'URUGUAY. L'Uruguay è la terza big della competizione, dopo Brasile ed Argentina, a quota 14 titoli di questo tipo, assieme proprio agli albicelesti. La nazionale di Tabarez inizia la Copa contro il Perù, pareggiando 1-1 con la rete di Suarez dopo quella di Guerrero. La seconda sfida è contro il Cile, ed il risultato è lo stesso; ancora un 1-1, questa volta la Celeste si ritrovava avanti ad inizio ripresa, grazie ad Alvaro Pereira, ma poi ci ha pensato il neo-Barcellona Sanchez. Agli uruguaiani serve una vittoria per avere la certezza del passaggio del turno. Ed il trionfo arriva, contro l'inesperto Messico, con un centro di scarto: 1-0 firmato ancora da Pereira. Nel quarto più difficile e spettacolare si scontrano proprio la Celeste e l'Argentina. Le due squadre a parimerito del titolo di "Campioni del Sudamerica" con 14 a testa. E via, subito 1-0 con Perez, poi pareggio argentino di Gonzalo Higuain. Scorre il tempo. Scorrono anche i supplementari, ed al termine dei 120' si arriva ai calci di rigore. Alla fine passa la rappresentativa uruguaiana, che se la vede in semifinale con il Perù. Questa replica di ciò accaduto nel Gruppo C finisce 2-0 per l'Uruguay, ancora a segno con una doppietta Luis Suarez. Rimane solo la finale, contro il modesto Paraguay. Ed il trionfo arriva puntuale, con il gol ad aprire le marcature ancora del centravanti del Liverpool. E dopo Suarez, la doppietta di Diego Forlan, che si sblocca dopo un anno di digiuno in nazionale, sansisce la vittoria finale della Celeste per 3-0. La Copa viene alzata da Lugano, Uruguay campione del Sudamerica.
  • Il cammino del VENEZUELA. A chiudere il nostro riassunto c'è il Venezuela. Che aveva iniziato in maniera perfetta, ottenendo un insperato pareggio a reti inviolate con il Brasile. Poi è arrivata pure una vittoria, contro l'Ecuador: l'1-0 finale è siglato da Gonzalez. Nella terza ed ultima sfida del Gruppo B arriva il 3-3 con il Paraguay, con il pareggio all'ultimo secondo. Il Venezuela avanti con il gol da 20 metri di Rondon, pareggio, rimonta e raddoppio avversario rispettivamente segnati da Alcaraz, Lucas Barrios e Riveros. Ma dal 90' al 93' Miku (con deviazione) e Perozo fanno ritrovare il sorriso alla Vinotinto. Il Venezuela passa come seconda del girone dopo il Brasile, ed incontra il Cile. Che puntualmente batte, al di sopra delle aspettative: a segno Vizcarrondo, poi nel secondo tempo pareggio cileno di Suazo e 10 minuti dopo decisivo 2-1 siglato da Cichero. La semifinale è Venezuela-Paraguay. Come nella fase eliminatoria. Questa volta però, a trionfare è l'Albirroja, ai calci di rigore dopo un incontro davvero combattuto e sempre in bilico. Nella finale per il terzo posto il Venezuela trova il Perù. Sotto di due gol tra il primo ed il secondo tempo la Vinotinto, grazie a Chiroque e Guerrero. Addirittura Rincon lascia in 10 per il cartellino rosso diretto la nazionale venezuelana, che però si rialza e colpisce con Arango, autore di un bel gol di mezza punta. Ma nel finale sale in cattedra un infinito Guerrero: El Barbaro completa la tripletta con due reti nel recupero, quasi identiche, che consegnano il bronzo al Perù. Il Venezuela, sconfitto 1-4, non sale sul podio ma si guadagna comunque un quarto posto, che davvero neanche si sognava prima dell'inizio del torneo.
Ecco qui!!! Finito il riassunto, possiamo dirlo: L'URUGUAY vince la Copa América 2011!!! Strameritatamente per ciò fatto, ovvio. E parliamo infine della lotta a distanza per il titolo di capocannoniere tra Luis Suarez e Guerrero. I due si sono inoltre incontrati due volte (nella prima partita ed in semifinale). A segno entrambi nell'esordio, nel quale si sfidavano. Poi Guerrero ha firmato il suo secondo gol contro il Messico. Tutti a secco fino alle semifinali, dove Suarez ha sfoderato una doppietta proprio contro il Perù, salendo a 3, contro i 2 del Barbaro. Che si è però riscattato nella finale per il terzo posto, autore di una grandiosa tripletta, finendo la competizione a quota 5. L'ultima occasione per il centravanti del Liverpool di pareggiare è in finale, ma l'unica rete segnata al Paraguay lo fa terminare a 4. Capocannoniere, quindi, Guerrero, la rivelazione (almeno a mio avviso) di questa Copa América. Siamo ormai ai titoli di coda, ed a presto, con il grande calcio!!!

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