20.5.12

Chelsea, che impresa!

Se quella del Bayern è una delusione infinita, quella del Chelsea è una gioia incontenibile. Spesso visti come sfavoriti, la squadra inglese ha sempre superato le grandi difficoltà, trovando l'apoteosi Sabato 19 Maggio 2012, serata nella quale i Blues hanno vinto la prima Champions League/Coppa dei Campioni della loro storia. Da sfavoriti. Nei precedenti il Chelsea aveva disputato solo una finale, poi logicamente persa.
Una prima metà di stagione da incubo, un campionato disastroso con in panchina Andrè Villas-Boas, quel portoghese che veniva chiamato lo "Special Two" poiché considerato l'erede di Mou. Un allenatore pagato dalla società londinese ben 15 milioni, il valore della clausola rescissoria messa dal Porto dopo il trionfo del tecnico, a soli 33 anni, in Europa League 2010/2011. Villas-Boas veniva criticato molto anche per le sue scelte: egli spesso lasciava fuori i cosiddetti "senatori", o "la vecchia guardia", dando più spazio ai giovani. Sicuramente coraggioso, ma un fallimento è stato il risultato. Esonerato il 4 Marzo 2012, è subentrato Roberto Di Matteo, che ha cambiato la sua squadra: una stagione fantastica da lì, in coppa ed in Champions, un po' meno in Premier. Cominciamo sin dal principio, quando era il tecnico portoghese a sedere sulla panchina Blues: esordio a dir poco soddisfacente, 2-0 al Bayer Leverkusen con le reti di David Luiz e Juan Mata. Per continuare arriva l'1-1 a Valencia, al gol di Lampard risponde il rigore nel finale di Soldado. Niente di preoccupante, poiché arriva subito dopo il 5-0 al Genk, a segno Raul Meireles, Fernando Torres (2), Ivanovic e Kalou. Al ritorno con il Genk, invece, solo un 1-1: segna Ramires, pareggia Vossen. Arriva quindi la sconfitta in casa del Bayer, 2-1: il gol di Drogba è ribaltato da Derdiyok e Friedrich. Infine, la qualificazione agli ottavi ed il primo posto del Girone E, grazie alla vittoria 3-0 sul Valencia; decide la doppietta di Drogba con in mezzo il sigillo di Ramires. Voi direte "niente male", ma nel frattempo il Chelsea pareggiava in FA Cup contro una squadra di seconda serie ed in campionato si trovava molto giù. L'ultima partita con Villas-Boas è proprio una di Champions, quella del San Paolo di Napoli: segna subito Mata, ma la doppietta del Pocho Lavezzi con in mezzo il vantaggio firmato da Matador Cavani fissa il 3-1. Al ritorno c'è invece Di Matteo, e si vede: subito in campo tutta la vecchia guardia un po' scartata dal precedessore, ovvero Frank Lampard, John Terry, Didier Drogba, Branislav Ivanovic. Sembra il tabellino dei marcatori: segna infatti subito il solito Drogba, raddoppia guarda caso il capitano Terry, poi dopo il gol di Inler segnano Lampard su rigore e ai supplementari Ivanovic. Non servono appunto commenti. Il 4-1 è una grande rimonta che porta il Chelsea ai quarti. L'avversario è il Benfica: in Portogallo finisce 0-1 con gol di Kalou. Al ritorno sembra fatta per i Blues, che segnano il vantaggio con ancora Lampard su rigore. Il pareggio lusitano a pochi minuti dal termine (Garcia) fa spaventare Stamford Bridge, ma nel recupero lo splendido contropiede personale finalizzato dallo stesso Meireles consegna le semifinali ed il 2-1 al Chelsea. In semifinale c'è il Barcellona: sembra la fine, perché la differenza tecnica è enorme. Ma nel calcio tutto è possibile, ed anche qui lo constatiamo. I Blues dovevano vendicare l'eliminazione di tre anni fa, che aveva visto il Barça trionfare con un gol di Iniesta nel recupero dopo due clamorosi rigori negati al Chelsea, che aveva sprecato molte altre palle-gol. E' qui invece il Barcellona ad essere sfortunatissimo. All'andata in Inghilterra decide il gol di Drogba nel recupero di primo tempo, 1-0, con la squadra catalana che colpisce una traversa (Sanchez) e becca un palo (Pedro) al 93', senza contare le numerose occasioni buttate alle ortiche. Al Camp Nou, in Spagna, apre Busquets e raddoppia Iniesta: sembra fatta per il Barça, anche perché il Chelsea è in 10 per la follia e la conseguente espulsione del capitano Terry. Ma il fato gioca brutti scherzi: prima Ramires riapre la partita nel recupero di primo tempo al primo tiro in porta del Chelsea (poi tutto catenaccio), poi nella ripresa il Barcellona colpisce una traversa su rigore con Messi, che poco dopo colpirà anche un palo. Davvero incredibile, tanto che nel recupero di secondo tempo il contropiede finalizzato nel 2-2 dal "Nino" Torres è solo l'ultima delle sorprese. Il Chelsea elimina il Barcellona in 180 minuti di completo catenaccio, segnando 3 gol complessivi tutti nei minuti di recupero, vedendo Messi sbagliare un rigore (evento più unico che raro), gli avversari sbattere ripetutamente sui legni (addirittura 4 in totale) e Cech fare miracoli. Tanta, forse troppa fortuna, ma il Chelsea passa ed incontra in finale il Bayern. Anche qui è catenaccio, l'assedio bavarese viene infatti solo concretizzato a 7' dalla fine con Muller. Ma ancora una volta il Chelsea si riprende nel finale, ed ancora una volta è Drogba a caricarselo sulle spalle: incornata perfetta e 1-1. Ai supplementari un altro rigore sbagliato, quello di Robben, consente ai Blues di sperare. Poi, ai penalty, gli ultimi due rigori tedeschi sono errati (da Olic e Schweinsteiger) e quelli inglesi no (Ashley Cole e, guarda caso, Drogba): è apoteosi londinese, il Chelsea vince infatti la prima Champions League della sua storia, espugnando l'Allianz Arena di Monaco di Baviera, dove i tifosi di casa sono ammutoliti. Possiamo dire che il Chelsea ha avuto molta fortuna, poiché le ultime tre partite, da sfavorito, ha fatto sempre catenaccio riuscendo a cavarsela sempre nel finale e vedendo Messi e Robben sbagliare rigori decisivi. Questo è il calcio.

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